Reportage Under 12 – Campo degli acquedotti 4 dicembre 2016
05 Dic

Reportage Under 12 – Campo degli acquedotti 4 dicembre 2016

Domenica 4 dicembre 2016 – Campo degli Acquedotti

Domenica “a casa nostra”, soleggiata finalmente e non troppo fredda. Tutti all’opera già alle 8.30 del mattino, come sempre intenzionati a fare in modo che tutto funzioni, che tutti passino una bella giornata. Cornetti e caffè per colazione, addetti alla brace pronti, tavoli già apparecchiati per il terzo tempo, sorelle, mamme, amiche tagliano pane e salsicce. Non ci facciamo cogliere impreparati, come sempre.

I ragazzi, 14 oggi, non vogliono essere da meno, si vede già. Contenti, grintosi ed entusiasti. In circolo abbracciati tra loro per un lunghissimo momento di dialogo. Osservandoli ci chiediamo incuriositi cosa si stiano sussurrando lì stretti stretti intorno al capitano del giorno. Non lo sapremo mai, cose loro, che però pare siano sensate…

Quel che si son detti si son detti, non ci deludono. Inizia il primo incontro con gli Amatori Tivoli Rugby. Pochi secondi e segniamo una meta ma, causa un momento di sonnolenza in campo, pareggiano. Una distrazione che non si ripeterà, si svegliano per bene e reagiscono con una meta dopo l’altra, a ripetizione, senza pausa fino a segnarne 8. Una vittoria, la prima, che lascia presagire una mattinata esaltante.

I ragazzi siedono, ormai per tradizione, al solito muretto per parlare con entusiasti allenatori. Giuseppe e Maurizio soddisfatti per il gioco che hanno visto in campo, per gli sforzi che danno risultati.

Loro, i ragazzi del muretto, si fiondano letteralmente sulla (ormai anch’essa tradizionale) pozione di Nuragiko. E appena si allontanano ne approfittiamo anche noi. E che non ci vuole energia per organizzare tifo e terzo tempo??? Ci vuole, ci vuole!

E’ grazie alla pozione forse, ma sicuramente grazie alla grinta, alla combattività, all’affiatamento di questi ragazzi se anche il secondo incontro non delude. Appia – Roma V: 10 le mete segnate, 0 quelle prese. Grandi in attacco, grandi in difesa, grandi quando corrono, quando urlano, quando passano con naturalezza al compagno che si fa sentire, quando si sostengono, quando si battono il cinque sorridendo tra i paradenti. Piccoli ma grandi insomma.

Un lungo momento di riposo prima della prossima prova. Infilano i giacconi e aspettano, chi chiacchierando, chi giocando in prestito ad altre squadre, chi cercando disperatamente altra pozione: finitaaaa!!!

E l’ultimo incontro arriva. Il più combattuto e proprio per questo il più bello, il più entusiasmante. Entrano in campo come piccoli gladiatori. Gli si legge in faccia la voglia di uscire imbattuti contro i giallo-rossi del Frascati, anche loro a quanto pare intenzionati a farsi valere. E tutti, tutti in effetti combattono senza risparmiarsi, tutti gagliardissimi. Mai un momento di distrazione, mai un momento di sconforto o di apparente stanchezza. Una difesa che più volte è riuscita ad evitare che la palla, a pochi centimetri dalla meta, fosse schiacciata a terra. Compatti, uniti, praticamente un muro indistruttibile. Un attacco fatto di corse che sembravano spiccare il volo, fatto di passaggi continui, veloci, fluenti, senza che mai sia mancato il compagno accanto. Uno spettacolo entusiasmante, che ci porta a un meritatissimo 3 a 2 e fa uscire in corsa gli atleti dal campo mentre si abbracciano con gli occhi brillanti e una frase che racchiude il senso di tutto: “Ci siamo divertiti un mondo” pronunciata con i paradenti ancora in bocca. E QUANDO VINCONO DIVERTENDOSI VUOL DIRE CHE QUI, QUALCUNO, STA FACENDO UN GRAN LAVORO. Grida, batticuori, lavoro, tanto lavoro, ampiamente ripagati. Questo sembra si possa leggere dagli sguardi di Giuseppe e Maurizio mentre osservano i ragazzi uscire dal campo (e noi informiamo Federico ed Elias che, impegnati anche loro in un altro campo, chiedono aggiornamenti).

Abbiamo visto questa squadra giocare tanti incontri, ma oggi ha mostrato qualcosa in più: una squadra che ha ottenuto la vittoria passando la palla di mano in mano continuamente, senza un briciolo di egoismo anche a pochi passi dalla meta, anche quando erano lì che ce la potevano fare da soli.

Hanno preferito una meta bella a una meta sicura, una meta insieme a una meta solista. Hanno preferito una SQUADRA a un individuo. Sempre, in ogni incontro. Un rugby bello, elegante, ragionato, brillante.

E SQUADRA è anche un ragazzo che, infortunato, assiste col batticuore a tutti gli incontri dei suoi compagni, li incita, da suggerimenti seguendoli a bordo campo ed entra ad abbracciarli dopo ogni partita, perché lui è con loro anche se non gioca. E perché loro non vedono l’ora di rivederlo in azione. Che ragazzi! Che gruppo!

Grazie ragazzi per le emozioni di oggi, grazie per essere quello che siete in campo e fuori.

“… un giocatore lo vedi dal coraggio dall’altruismo e dalla fantasia…”

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