1° maggio 2016 – Segni

Eccoci a Segni per partecipare al 4° Torneo Minirugby della Città di Segni con tutte le categorie, dalla 6 alla 12. Questa volta la cornice, splendida, è un po’ diversa. Questa volta l’ambientazione è quella di un torneo splendidamente organizzato dal Segni Rugby. Fotografi, altoparlanti, tendoni per il terzo tempo, due campi da gioco, gelati, fave e pecorino (per un primo maggio che si rispetti). Il tempo è meglio di quanto ci aspettassimo, le nuvole si allontanano pian piano regalandoci temperature miti e cielo azzurro.

I ragazzi presenti oggi sono 15. Quindici piccoli guerrieri pronti ad affrontare squadre determinate e forti. Sono carichi i nostri, stavolta da subito.

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E infatti il primo incontro già ci fa intuire che sarà una giornata agguerrita ed emozionante. Iniziamo subito contro una squadra che, diciamolo, ci spaventava: la Capitolina. Ma parliamo al passato. Ci spaventava… prima. Oggi no, oggi non hanno paura, com’è giusto che sia. I numeri per affrontare la partita a testa alta ci sono. I risultati anche. Li guardiamo, diciamolo, con un pizzico di incredulità mentre corrono e lottano, placcano e si schierano con precisione. Le nostre grida dagli spalti si fondono con la loro grinta. I loro passaggi precisi e sicuri meritano applausi anche da bordo campo. Dario e Giuseppe hanno lo sguardo fiero e applaudono i loro ragazzi con orgoglio, l’orgoglio per chi porta a casa un 4 a 0 strameritato. Intoniamo un coro per l’allenatore che, opportunamente, fa finta di non sentire (o di non conoscerci). Seeeeeeeee!

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Non passa molto tempo ed eccoli di nuovo in campo, stavolta per affrontare i ragazzi dell’Ascoli in un combattutissimo incontro in cui i nostri hanno di nuovo la meglio. Due sono le nostre splendide mete. Zero quelle degli avversari grazie ad una difesa compatta e agguerrita.

Un po’ di riposo ci vuole ora, perché la prossima squadra da affrontare non è facile… anzi! Il Nuovo Salario, gli alti ragazzi verde-bianchi, ci attendono. I nostri, dobbiamo dirlo, ce l’hanno messa tutta (o quasi), segnano la prima meta, ma purtroppo ne prendono 6. E vabbè. Finito l’incontro siedono a bordo campo per ascoltare da Dario gli errori fatti in un incontro comunque difficile.

Li aspetta la finale per il terzo/quarto posto.

Ma prima li aspetta un meritato pranzo. Mentre sono in fila parlano allegramente tra loro, commentano le partite, giocano, ridono, scherzano. Guardano le foto appese alla rete e si prendono un po’ in giro, chiacchierano con i ragazzi del Rugby senza Confini con cui si giocheranno il terzo posto: “Ma voi con chi avete perso? Quante mete avete fatto? Quanti anni hai?”. Fanno amicizia prima di giocare… e sono belli, tanto.

L’attesa è lunga, rientrano in campo e siedono a guardare le finali dei piccoletti della 6 e della 8 aspettando il loro turno per giocare.

Finalmente in campo. Eccoli. Partita al cardiopalma. Combattutissima. Siamo in vantaggio di una meta e manca davvero poco allo scadere dei 15 minuti. Ma quel “poco” è abbastanza per prendere una sciocchissima meta del pareggio praticamente all’ultima azione. Le squadre si fermano qualche secondo sull’1 a 1. Li aspettano 3 minuti per la Golden Meta. 3 minuti interminabili in cui vanno vicino alla vittoria tante volte. Purtroppo, forse per l’emozione, per la tensione, per l’agitazione dei secondi che passano, la palla sfugge spesso dalle mani e la Golden Meta non riescono a segnarla. Peccato. Escono dal campo un po’ sconsolati. Devono aspettare i conteggi sulla differenza mete per decretare a chi spetti quel terzo posto. Ma noi siamo contenti, fieri e orgogliosi e intoniamo un “sotto la curva” per applaudire questi meravigliosi piccoli ragazzi e strappare loro un sorriso. Ce la facciamo, come sempre!

E ora? Di corsa ad assistere alla super-finale dei piccoli dell’under 10 per il primo/secondo posto. Tifano, esultano, incitano, corrono quasi con loro verso la meta e sono meravigliosi mentre ci mostrano quanto siano un’unica squadra pur essendo due. Ci sono fratelli, amici, ex (e futuri) compagni di squadra in campo a giocare. C’è una grande famiglia ad emozionarsi guardandoli. E al fischio finale che decreta la vittoria dei “piccoletti”, i nostri “grandi” si buttano in campo ad abbracciarli, a complimentarsi, a festeggiare con loro. Splendore, meraviglia, brividi.

“Ai punti” ci spetta il quarto posto. Ma va bene così. Va bene perché abbiamo passato un’altra giornata di bel rugby, di amicizia e di divertimento guardando 15 piccoli lottatori impegnati a dare il meglio, faticando, aiutandosi, unendo le loro forze.

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E dopo la premiazione, medaglie al collo, torniamo a casa nel tardo pomeriggio con un immancabile

“A domani!”

GRAZIE RAGAZZI!!!!!!


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