Appia Rugby A.s.d. – Rugby Club Latina A.s.d. U18
01 Mar

Appia Rugby A.s.d. – Rugby Club Latina A.s.d. U18

Che c’è di così straordinario nella vittoria in una partita di rugby da meritare qualche riga di commento alla fine di una lunga, faticosa, piovosa giornata di sport? Si era persa l’abitudine di commentare le gesta sportive dei ragazzi dell’Appia Rugby dell’Under 18. Una stagione partita con le più ottimistiche prospettive, pur con una rosa non troppo nutrita, rinforzata da alcuni elementi in prestito dal Tivoli Rugby che ogni domenica pugnavano sul campo vestendo i nostri colori.

Due vittorie in rapida successione ci hanno fatto pensare “sta a vedere che quest’anno…”. Niente di più sbagliato purtroppo, dalla terza giornata di campionato è iniziato un lento ma inesorabile declino che, sconfitta dopo sconfitta,  gettava il gruppo sempre più a terra. Conseguenza: allenamenti sempre più disertati, gambe molli, autostima zero,disciplina sottozero, battibecchi in partita e in allenamento. L’errore di noi educatori è stato quello di pensare che i ragazzi potessero uscire da soli da questo empasse e si è proseguito per gran parte della stagione per inerzia, senza che niente di nuovo accadesse, senza che nessuno pensasse che se si voleva evitare che l’aereo smettesse di perdere quota, bisognava perlomeno prendere la cloche e tirarla verso l’alto. Così è stato per mesi e abbiamo rischiato di perdere, oltre le partite, anche la squadra, i ragazzi. Ci voleva una cura da cavallo, che, come tutte le cure da cavallo, non è piacevole, la medicina che quando è amara è sgradevole, ti fa storcere la bocca, ma fa bene , guarisce e le alternative sono poche .Il rugby è uno sport duro, impegnativo, di sofferenza; i nostri ragazzi, quelli che lo praticano da anni lo sanno, lo sanno bene, ma lo avevano scordato.

Oggi la risposta c’è stata, i test da laboratorio hanno dimostrato che c’è un miglioramento, che si può guarire. Il sabato, a tarda sera un ragazzo scriveva su whatsapp a tutta la squadra: ” io domani voglio vincere, voglio dare il cento per cento, sono stanco della solita domenica di botte e di terra”. In realtà il messaggio era molto più lungo, ma la sintesi è quanto qui sopra. Segnali, segnali positivi, impensabili fino a qualche settimana fa. La vittoria è arrivata; contro il Latina Rugby, squadra di tutto rispetto, ma che in classifica naviga nei bassifondi, al di sotto di noi e che, però,  un mese fa ci avrebbe comodamente “asfaltato”. Vittoria per 17-5 (3-1) con gli avversari che vanno quasi subito, con poca fatica a meta e che per un momento ti fanno pensare “è la solita domenica di botte e di terra”. Ma non poteva andare così, la reazione c’è stata e subito, la meta del pari anche (5-5). Poi un lungo paziente lavoro fatto di mischie, di placcaggi, di supremazia territoriale e una meta trasformata, ci fanno terminare il primo tempo in vantaggio (12-5). Nel secondo tempo tornano per alcuni minuti i vecchi fantasmi: i banali “in avanti”, i calcetti inopportuni, i battibecchi in campo – la cura, la cura è solo all’inizio – ci fanno tenere in bilico una partita che andava chiusa molto prima. A otto minuti dalla fine arriva la terza meta  (19 – 5) , fatta tutta di potenza, di voglia di schiacciare la palla oltre la riga, perchè è una domenica di botte, di terra, ma anche di qualcosa in più. Fischio finale, saluti col Latina alla fine di una partita sostanzialmente corretta. Niente cori né festeggiamenti oltre le righe, anche in questo leggo segni di maturità, qualcuno avrà pensato: la vittoria con l’ultima in classifica? Normale amministrazione. Ahhh che bello, la vittoria normale amministrazione!

Il terzo tempo? Beh meriterebbe un reportage a parte.

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