Domenica 4 giugno. L’Ottavo LUDUS dell’under 12
06 Giu

Domenica 4 giugno. L’Ottavo LUDUS dell’under 12

Domenica 4 giugno. L’Ottavo LUDUS dell’under 12

Prima domenica di giugno = LUDUS. Per noi dell’Appia è così. Al mare ci si pensa dalla prossima domenica, ora pensiamo a chiudere in bellezza (e fatica e sudore e panini e birra e musica) un altro meraviglioso anno rugbistico. C’è come sempre chi si prodiga perché tutto funzioni, chi ci lavora da mesi, chi da settimane, chi da giorni. C’è chi fa la notte al campo, chi la mattina alle 6.00 sta già affettando il pane, chi si sacrifica al sudore della brace, chi fa birra a tutte le ore, chi frigge, chi prepara i campi e chi prepara i ragazzi, chi fotografa, chi accoglie gli ospiti, chi bagna i campi, chi cucina, chi apparecchia, chi… chi… chi…. Ci sono persone anche delle categorie che non prendono parte al torneo, i ragazzi “grandi”, quelli che si svegliano presto per dare una mano e quindi sono più grandi ancora. Poi ci sono i tifosi, mamme e papà scatenati e anche qualche nonno e… naturalmente LORO, i veri protagonisti, i gladiatori dell’Under 12, oggi più emozionati che mai. Tutti alla nostra festa perché questo, al di là di tutto, deve essere.

I festeggiamenti in campo iniziano poco dopo le dieci, quando gli atleti della 12 entrano in campo, i più grandi di oggi, che a vederli condividere il magico scenario dell’Acquedotto con i piccoletti della 6, della 8 e della 10 sembrano adulti. E invece si palpa l’emozione, un po’ di paura, una certa trepidazione, eccitazione, quella per l’ultimo torneo dell’anno, che chiude la stagione. Poi oggi anche l’intervista hanno avuto, si sono sentite anche un po’ star… che poi per noi lo sono sempre!

E iniziano alla grande contro i BARBARIANS (&co.) vincendo, meta dopo meta, una partita dominata dal primo all’ultimo minuto in un’escalation di passaggi, sostegni, corse verso la meta che porta la nostra 12 a stravincere l’incontro.

La seconda partita vede i nostri atleti in campo contro i ragazzi del BENEVENTO che a vederli ti chiedi “ma quanti anno hanno?”, perché qualcuno sembra davvero un uomo e invece ha la stessa età dei nostri. Ma loro invece di temerli i “grossi” li placcano, li affrontano con determinazione e senza far trasparire alcun timore della stazza smisurata di alcuni azzurri beneventani. Spostano la palla e si schierano a dovere i verdi-blu. Giocano col sorriso di chi si diverte e il muso di chi ci mette grinta per vincere così anche il secondo incontro della mattina.

Quella contro i rigati bianchi-blu del FLAMINIA invece è un incontro che va diversamente. Inizia non male ma purtroppo dopo i primi falli subiti i nostri perdono la concentrazione facendo forse il contrario di quanto dovrebbero. Si scaricano invece di reagire e perdono la partita. Stessa sorte per la partita contro il FIUMICINO, osso duro da inizio anno e non si smentisce oggi vincendo contro gli appini per 5 a 0.

Terzo tempo (che non si smentisce neanche lui e menomale!) per rifocillare e sfamare i nostri guerrieri, prima di riprendere con la finale per il terzo-quarto posto previsto per le 15.00.

Sfamati e riposati eccoli di nuovo in campo contro il FLAMINIA. E che dire? Ci sono incontri che “chissenefrega-del-risultato”, sono quelli che forse neanche sai bene come è finito ma devi applaudire, devi sorridere, devi fare i complimenti a quei fantastici e agguerriti ragazzini che hanno portato su un rettangolo d’erba tutta la voglia di giocare, di dimostrare quello che sono, quello che valgono, quello che hanno imparato in un anno di duro allenamento. E hanno imparato un sacco di cose. Primo: non ci si arrende MAI, neanche quando l’avversario è a un millimetro dalla meta, neanche quando provano a buttarti giù in tre, mai. Secondo: che loro sono una squadra, un gruppo, un insieme e insieme vanno a meta. Terzo: che nessuno combatte da solo. Quarto: che alla fine di un incontro in cui si dà tutto, anche se si perde, si esce a testa alta perché si è vinto comunque. Può valere più una sconfitta come questa di un incontro vinto 10 a 0. Sesto: il tifo, il nostro sostegno non mancherà mai (rassegnatevi). E allora, finita la partita ci si stringe in cerchio con l’avversario, si festeggia il rugby, si fa il corridoio col sorriso e poi ci si siede con gli allenatori e si conclude con i complimenti una delle più belle partite dell’anno.

Ecco, gli allenatori, loro, gli altri protagonisti di questa giornata, di quest’anno che è stato magico e più emozionante che mai. GIUSEPPE, FEDERICO, ELIAS: le rocce, i riferimenti, gli esempi, gli educatori, quelli con cui i nostri ragazzi in questa età particolare e non facile hanno giocato, hanno sorriso, hanno pianto, si sono confidati, si sono scontrati perché per crescere serve anche lo scontro. Quelli che CI SONO SEMPRE STATI portando ognuno valori diversi e tutti egualmente preziosi. Chi ha svolto il ruolo di padre, chi quello di fratellone, chi quello di amico. Chi era lì quando andavano cazziati, chi era lì quando andavano consolati o soccorsi. UNA SQUADRA NELLA SQUADRA. Una squadra senza la quale non ci sarebbe stata squadra. E’ proprio vero che l’unione fa la forza, perché la forza di questi ragazzi è stata proprio l’unione, magari tra una discussione e una pace fatta, tra un “però lui mi ha detto che…” e un “chissene andiamo a giocà”, come sanno fare loro, come dovremmo tutti imparare a fare. Loro imparano da noi, noi da loro. Una ruota, uno scambio di esempi.

E poi… e poi FELICE e PIERLUIGI che hanno dato tanto tutto l’anno per sostenere i ragazzi, lì a bordocampo a dissetarli o soccorrerli, urlare o abbracciarli. Sempre presenti, sempre un punto di riferimento per ragazzi e genitori. E chi ha immortalato gioie e dolori, ANDREA e GIOVANNI, a cogliere le emozioni dentro e fuori il campo, negli spogliatoi, nei discorsi tra loro che quasi sentivamo le parole leggendo dagli scatti i loro sguardi, nel folle tifo di mamme scalmanate e di papà laboriosi, nella pazza normalità di una famiglia di rugby.

E ora per qualcuno il mini-rugby finisce qui, qualcuno l’anno prossimo farà sul serio, inizierà un percorso più duro, meno incantato forse, crescerà ancora e affronterà nuove sfide, portandosi dentro tutta l’emozione e tutti gli insegnamenti di quest’anno e di quelli passati, ma soprattutto portando con sé il gruppo, la squadra di questa meraviglia di Under 12.

Salgono sul palco per ultimi i grandi, vengono premiati da Riccardo Viola, Presidente del CONI Lazio, sono felici e un po’ emozionati, ma ancora pieni di voglia di giocare. Gavettoni, bagno, balli e ancora loro, ancora tra loro che non si staccherebbero mai… e allora la serata prosegue anche per noi, come sempre, finché sbaracchiamo tutto e con una birra finale ci salutiamo. A presto!

FAMIGLIA-APPIA

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